Fra l'uscio e il muro
Nella ormai non più dimora dei Poor, l’alba era arrivata; e quella mattina, Richard Beaten (attuale locatario), ancora sotto le coperte: faceva per coprirsi il naso, e i piedi si scoprivano; faceva per coprirsi i piedi, e il naso si scopriva. Seccato, decise che era ora di alzarsi. Indossò le pantofole e scese in cucina per preparare una delle sue colazioni preferite: un bel piatto di zuppa d'avena.
Mentre portava alla bocca il primo boccone, una voce stridula esordì dal lavello: «Ciao! Mi vedi? Eh? Mi senti? Sono Vincent, Vincent Poor. Abitavo qui. Beh, abito ancora qui. Ma, ehi, stai tranquillo. Sono un poltergeist, ma non opero più da parecchi anni.» Richard paralizzato, mentre il poltergeist continuava col suo preambolo: «Arrivo subito al sodo, perché non ho più tempo per perdere tempo. Devi sapere che io conosco ogni pregio e difetto di questa casa – per esempio, hai scelto la stanza più fredda – ma il fatto è che non riesco a trovare un modo per uscire. Le ho provate tutte. Per esempio, una volta, mi lanciai dalla finestra del bagno, quello al piano di sopra – tanto, più morto di così. Niente, mi ritrovai di colpo nel bagno al piano giorno. Pazzesco, non credi? O-oppure quando provai semplicemente a usare la porta: appena poggiai la mano sul pomello, questo, diventò incandescente…» Mentre continuava, Richard si punzecchiava la coscia sperando stesse sognando. Quando Vincent, di colpo, si avvicinò per vedere se stesse ascoltando.
«Pe-per tutti i flagelli di Madre Natura, ma tu chi sei?» Esordì Richard, pallido da far invidia a Vincent. «Cosa vuoi? Soldi?» Urlava e correva per tutta casa; e Vincent, con uno schiocco di dita, compariva accanto a lui. «Ma-ma, tu sei sbucato dal nulla. Cosa sei? Un marziano?»
«Ma va là, sono uno “spirito burlone” – o almeno dovrei esserlo. Mi serve solo un piccolo aiutino, nulla di più.»
«Ma allora... allora sei morto?» E con un tonfo, cadde a terra svenuto.
Dopo essersi ripreso, ancora stordito, si guardò intorno, ricordando solo le ultime parole del poltergeist, e disse: «Ci sei ancora? Vincent! Vuoi che ti aiuti? Va bene!»
«Finalmente!» Esclamò Vincent, facendo sobbalzare Richard. «La mia idea è quella di tentare la cosa meno accettata dai “non invitati”, ovvero: l’essere cacciato fuori. Basta solo che apri la porta, e io proverò a uscire.»
«Ah! Tutto qui?»
«Tutto qui» rispose speranzoso Vincent.
«Va bene…» e senza aggiungere altro (ti assicuro che avrebbe voluto), spalancò la porta sul retro. Vincent si proiettò verso l’uscio; mise solo l’alluce fuori e scomparve in un fascio di luce, abbagliando Richard, che subito disse: «Vincent, sei rimorto? Ce l’abbiamo fatta?»
«Sì!» Esclamò Vincent, facendo sobbalzare Richard.