Dura più l'incudine che il martello
Glen è un drago assai raro, non è come gli altri: ed è sicuramente una caratteristica da prendere per il bavero.
Tutte le mattine, si preparava per andare a scuola: merenda, libri e un’abbondante dose di pazienza, dominavano la sua tracolla grigio pietra lavica.
Un giorno, mentre si dirigeva in classe, i soliti bulli – un papero, un tacchino e un’aquila – gli fecero un’imboscata.
«Avanti, Cacafuoco! Facci vedere la fiammata!» Starnazzavano i tre. «La fiammata!»
E tra gridi e colpi d’ali, Glen non poteva fare altro che appallottolarsi come un riccio e attendere inerme. Fino a quando, uno dei tre – non ricordo precisamente chi – disse: può anche bastare, sta arrivando il bidello. Ci vediamo domani, Cacafuoco.
E Glen, ancora scosso, borbottò qualcosa del tipo: non vedo l’ora…
«Cosa hai detto, Cacafuoco?» tutto tronfio, il capogruppo.
«Niente, niente. A domani» replicò Glen. E quatto quatto, entrò in classe e vi rimase fino al suonare della campanella.
Dopo la lezione, mentre si dirigeva verso casa, venne nuovamente fermato, ma questa volta dal bidello: Jonathan Puddle, un fedele destriero bianco.
«Ci vorrebbe il castigamatti, per quei tre, vero?» esordì Puddle. «Ho avuto il dispiacere “per fortuna” di assistere alla scena nel cortile della scuola.»
«Oh, salve Signor Puddle» disse Glen, dopo aver tirato un sospiro di sollievo. «Sì, sono il loro passatempo preferito...» e poi fece di rimando: «Per fortuna?»
Il bidello nitrì brevemente.
«Beh, certo che sei attento. Ti rispondo subito: ricordi quell’elefantone di Albert? Andava dicendo che un brillante medico del Nord, gli aveva ricucito la proboscide: tutto falso. E di Luon? Ne vogliamo parlare?»
«Uhm, credo di non seguirla…»
«Voglio dire, ragazzo mio, che in questa boccetta c’è il rimedio al tuo problema» disse il bidello, mentre agitava una fiala contenente un liquido roseo con delle sfumature quasi dorate. «Pensaci bene: potrebbe cambiarti la vita. Ci vediamo domani, stesso posto.»
«Non voglio che una pozione mi cambi» aggiunse subito Glen. «Io, Signor Puddle, sono un drago: i draghi sputano fuoco dalle fauci, e io, invece, sono l’unico in grado di spegnere le candeline di compleanno. Io sono... io sono speciale; e non riusciranno tre bulli a farmi cambiare idea.»
«Notevole! Invidio la tua determinazione…»
«Ora mi scusi ma devo proprio rincasare; mia madre sarà preoccupata.»
E con un timido sorriso, salutò Puddle; controllò che nella tracolla ci fosse la sua dose di pazienza per i giorni a venire, e si diresse verso casa. Col coraggio di un vero drago. Diverso, certo, ma vero.